L’Isola delle Rose, il sogno infranto di Giorgio Rosa
Una piattaforma artificiale di circa 400 metri quadrati che sorgeva a circa 11 chilometri e in mezzo dalla costa riminese, in acque allora internazionali, quindi di nessuno stato in particolare.
L’idea di fondare questo piccolissimo stato in mezzo al mare fu dell’ingegnere bolognese Giorgio Rosa. Un’idea basata su uno Stato indipendente, dove poter vivere in libertà.
La costruzione iniziò a fine anni ’50 e sin dal principio ci furono problemi con la burocrazia italiana e intimidazioni riguardo la struttura.

Lo sviluppo dei lavori proseguì fino al 1967 con l’apertura dell’isola al pubblico. L’anno seguente Giorgio Rosa venne eletto Presidente della Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose con l’indipendenza dell’Isola.
Di coseguenza si creò un governo, si emise una propria moneta e francobolli e si adotto l’esperante come lingua ufficiale.
Ma la vita dell’isola durò appena 55 giorni, quando nel giugno 25 giugno 1968, le forze dell’ordine italiane avviarono un blocco navale prendendo possesso dell’isola e dopo un lungo dibattito iniziarono i lavori di smantellamento.
Questa storia viene riproposta su Netflix con «L’incredibile storia dell’isola delle rose» un film di Sydney Sibilia che vede fra i suoi interpreti Elio Germano (nei panni dell’ingegner Rosa), Fabrizio Bentivoglio e Luca Zingaretti.