In Romagna, con l’arrivo dell’autunno, in ogni forno viene proposta la Piada dei Morti che non ha nulla a che vedere con la classica piadina, perché è un dolce tradizionale che facevano le nostre nonne.
Le sue origini sono da ricercare nelle reminiscenze celtiche dell’antica Romagna, che nel giorno di Ognissanti festeggiava il proprio capodanno. Quella particolare notte era considerata una sorta di “porta aperta” tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Per questo motivo venivano preparati, in omaggio agli spiriti, alcuni cibi particolari. Uno di questi era appunto l’antenata della “piada dei morti”, che è poi giunta con successo fino ai giorni nostri.
Si tratta di un dolce piuttosto calorico ma squisito ed impossibile resistere e si può realizzare anche in casa se si hanno un po’ di abilità culinarie. La ricetta tradizionale ha tempi lunghi ma non è troppo complessa.
Per 8 persone servono:
500 grammi di farina 00 o ancor meglio 250 di farina 00 e 250 di Manitoba
120 grammi di zucchero
100 ml di olio extravergine di oliva
2 uova
20 grammi di lievito di birra
150 ml di latte
70 grammi di uvetta
30 grammi di pinoli
80 grammi di gherigli di noci
80 grammi di mandorle.
Come prima cosa bisogna sciogliere il lievito con 2 cucchiaini di latte tiepido ed uno di zucchero per 20 minuti. Impastare zucchero, farina, olio, uova, latte tiepido e, alla fine, lievito di birra. Una volta preparato l’impasto va messo in una ciotola, ricoperto con della pellicola e lasciato lievitare per una notte. Il giorno dopo l’impasto va steso su una teglia di 30 cm di diametro con carta da forno. A questo punto bisogna arricchire la superficie con la frutta secca e spennellarla con il tuorlo. Prima d’infornare è bene lasciarla lievitare ancora un paio d’ore per poi infornare a 180 gradi.
Chi vuole abbreviare i tempi può usare una bustina di lievito per dolci al posto del tradizionale lievito di birra e riesce a preparare questo dolce in poco tempo.
Come per tutte le ricette, ci sono tante varianti. C’è chi utilizza anche il miele e chi aggiunge all’impasto un bicchiere di vino. Ogni “azdora” romagnola ha il suo trucco per preparare al meglio questo buonissimo dolce.